Con l’inizio del girone di ritorno, il Pistoia Basket lancia sul proprio sito, e sui propri canali social, un nuovo spazio che vuole mettere in evidenza tutte quelle persone che, quotidianamente, lavorano e si impegnano per far si che tutto fili liscio, dagli allenamenti in palestra all’evento clou che è ovviamente la partita della domenica. Per ognuno di loro ci saranno cinque domande, uguali per tutti, alle quali rispondere per farsi conoscere meglio anche dai tifosi e dai semplici appassionati.
In questo primo appuntamento ci occupiamo di una persona fondamentale all’interno del PalaCarrara, ovvero il custode del palasport: Paolo Torrigiani. E’ il primo ad arrivare al mattino e l’ultimo ad andare via la sera e, nessuno come lui, conosce tutti i segreti e gli angoli più nascosti del palasport di via Fermi.
Quando ti sei avvicinato per la prima volta al Pistoia Basket e perché?
“Prima di entrare in questo mondo, svolgevo la mia attività lavorativa nell’edilizia e, per una serie di motivi, decisi di lasciare quell’esperienza. Non posso far altro che ringraziare Roberto Maltinti che nove anni fa, sapendo della mia situazione in quel momento, mi chiese se avessi voluto iniziare a fare il custode al palazzetto. Dissi di si, per provare, ma fui chiaro che non potevo dare la garanzia assoluta di essere la persona giusta visto che mi ritrovavo a fare un qualcosa che non avevo mai svolto. Dopo un mese, Roberto mi chiese: “che facciamo Paolo?”. Io risposi che, se alla società andava bene come mi stavo comportando, per me non c’erano problemi. E, da allora, siamo arrivati ad oggi”.
Quali sono i tuoi compiti principali da svolgere quotidianamente all’interno della società?
“Svolgendo il ruolo di custode, i compiti sono davvero tantissimi e tutti rilevanti. Devo dire però che, quello più importante, è far si che il campo da gioco sia sempre nelle migliori condizioni possibili, perché i ragazzi ci si devono allenare, non devono scivolare ed i canestri devono essere posizionati alla misura regolamentare”.
Fra le mansioni da svolgere, quale pensi sia la più difficile, la più piacevole e perché?
“Il compito più difficile è, sicuramente, la gestione del giorno della partita. Si inizia la mattina e, fino all’ora di pranzo, si fa quel che c’è da sistemare in maniera tranquilla. Man mano che ci si avvicina sempre di più all’evento, però, la tensione aumenta perché sono in tanti a venirmi a chiedere qualcosa e quindi c’è da essere sempre pronti ma devo dire che, finora, tutto si è sempre risolto nel migliore dei modi.
La più piacevole è poter condividere gli impegni quotidiani con tutti coloro che, come me, lavorano all’interno del Pistoia Basket”.
Come si vive da dietro le quinte l’emozione della partita della domenica e della grande atmosfera che c’è al PalaCarrara?
“Durante la settimana resto abbastanza tranquillo guardando gli allenamenti, mentre quando c’è la partita l’adrenalina entra in circolo e, come tutti, sento particolarmente l’evento e lo vivo con grande partecipazione. E poi, essendo a bordo campo per rimanere a disposizione per qualsiasi cosa ci sia da fare durante il match, vedo da vicino tutto quello che succede”.
Da quando sei all’interno del mondo Pistoia Basket, c’è una persona alla quale sei, o sei rimasto, particolarmente legato e perché?
“Una persona sola è indubbiamente riduttivo da citare. Di sicuro è un qualcosa di più ampio che comprende tutti coloro che ogni giorno sono qui, dentro e fuori dal campo: si tratta di persone splendide, anche a livello di squadra e staff, perché sono tutti corretti e, per qualsiasi cosa, vengono a chiedermelo nella maniera più gentile possibile. E questi sono aspetti che, chi viene a vedere la partita la domenica, ovviamente non li può conoscere”.